Insonnia
di Nicola Skert
Quattro di mattina
Sonno
È di nuovo fuori
A far baldoria
Con gli amici
E qualcun altro
È insonne
Come me
A casa ad aspettarlo
E mi sento
Carne da macello
Animale allevato in batteria
Per una divina economia dei consumi
Già
Perché Dio
È carnivoro
E si nutre della nostra carne
Il corpo di Cristo…
Il corpo è un
Magazzino d’ossa
La pelle l’imballaggio
E la carne
la polpa di governo
Che le custodisce
Il prezioso carico
Con cui riempire casse
E sfidare il tempo
Oltre la morte
Il nostro corpo
Si dice che appartenga alla terra
Alla quale
Un giorno
Dovremmo restituirlo
E se l’anima
Appartiene a Dio
Dell’uomo
Non rimane più nulla
C’ E’
di Nicola Skert
C’è un modo
Per ignorare l’altro
E costringerlo alla fuga?
Quell’altro
Così simile a te
Da non riconoscerlo più
C’è qualcosa
Che possiamo aggiungere?
Qualcosa che possa
Unire
Riannodare
La trama sfilacciata
Del nostro amore
Un ponte di barche?
Una mano tesa?
Un sorriso teso?
No
Solo un ponte di barche
Vendute bucate al nemico
Una mano di plastica
E un sorriso al silicone
In mezzo
Solo un desiderio
liberati
una storia d’amore
Una storia d’amore a lieto fine
Non esiste
O è lieta
O è finita